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Teatro portoghese #1. Dal Dopoguerra agli anni ’70

Teatro portoghese #1 è la prima puntata di un excursus nella recente storia teatrale del Portogallo

teatro portoghese Aspettando Godot, by Samuel Beckett
Aspettando Godot, di Samuel Beckett, dir. Miguel Seabra, Teatro Meridional, 2006 (João Pedro Vaz e Miguel Seabra), fot. Patrícia Poção / Rui Mateus.

Abbiamo il piacere e il privilegio di ospitare sulle nostre pagine uno studioso, critico e drammaturgo, Rui Pina Coelho *, al quale abbiamo chiesto di realizzare una piccola panoramica sull’evoluzione del teatro contemporaneo portoghese. Pubblichiamo questo ricco approfondimento in due puntate, con una scansione cronologica. Sperando di invogliare tutti i nostri lettori ad andare a visitare di persona questo paese a noi vicino, dove il fermento non sembra mancare. Buona lettura!

Gli anni del secondo Dopoguerra in Portogallo sono stati un periodo molto importante per il rinnovamento del teatro. La sconfitta dei regimi fascisti in Germania e in Italia ha favorito un momentaneo alleggerirsi delle severe politiche di sorveglianza della dittatura portoghese. Questo periodo può essere così facilmente riassunto con una generale urgenza per il rinnovamento teatrale e per l’aggiornamento degli standard delle più rilevanti creazioni nell’intera Europa. Una certa attitudine sperimentale ha investito la scena portoghese e, nonostante un raggio d’azione timido e limitato a pochi luoghi intorno a una Lisbona fondamentalmente accentratrice, ha aperto di fatto un nuovo capitolo per il teatro portoghese, dove si è potuta registrare la fondazione di diversi gruppi e compagnie, sotto il termine di “movimento sperimentale”.

teatro portoghese Peer Gynt, di Henrik Ibsen
Peer Gynt, di Henrik Ibsen, dir. João Lourenço, Teatro Aberto / Novo Grupo, 2002 (João Pedro Vaz), fot. Ramon de Melo.

Questa nuova sperimentazione è stata portata avanti soprattutto dal teatro amatoriale e dalla spinta degli intellettuali; limitata a un piccolo circuito di luoghi fieramente marginali e che non ha raggiunto il vero e proprio mainstream (ancora dominato dal repertorio commerciale in cui a dettare legge erano commedie francesi e vaudeville). La sperimentazione dei tardi anni Quaranta e dei primi Cinquanta è stato piuttosto definito più da uno sforzo di divulgazione di nuovi testi e nuovi autori (fino ad allora sconosciuti o proibiti), dalla promozione di un’etica altamente professionale e dal rifiuto di espliciti interessi commerciali che da macroscopiche o pretenziose avventure in una scena rinnovata. È dunque forse eccessivo riconoscere in queste iniziative non organizzate un vero e proprio “movimento”. Si è trattato per lo più di tentativi effimeri e molto localizzati – per i quali sarebbe, invece di “movimento”, forse più adeguato il termine “momento”. Un “momento” guidato dall’elite intellettuale che ha fondato sull’attivismo culturale e su nuove dinamiche teatrali la propria azione elettiva. Sono state scritte opere, realizzate messinscene, offerte lezioni, pubblicati testi, fondate compagnie e anche la critica è rinata. Questa la cornice di gruppi come Teatro Estúdio do Salitre (1946-50), i Companheiros do Pátio das Comédias (1948-49), il Grupo Dramático Lisbonense (1948-50), il Grupo de Teatro Experimental (1951), il Teatro Experimental do Porto (1953-), il Teatro d’Arte de Lisboa (1955-56) e la Casa da Comédia (1946-47).

Recordações de uma revolução, basato su A missão, di Heiner Muller
Recordações de uma revolução, basato su A missão, di Heiner Muller, dir. Mónica Calle, Casa Conveniente, 2011 (Mónica Calle), fot. Bruno Simão.

Parlando in generale, gli artisti coinvolti in questi gruppi di sperimentazione hanno gettato le basi per il Movimento del Teatro Indipendente che avrebbe preso piede negli anni Settanta, intorno alla data chiave del 25 Aprile 1974, quando la “Rivoluzione dei Garofani” metteva fine alla dittatura fascista riportando il Portogallo alla democrazia. L’indipendenza che ha caratterizzato il Movimento di Teatro Indipendente era una “indipendenza” dall’intromissione dello stato nelle scelte di repertorio e anche dalla dittatura del botteghino. Si è arrivati però a una spiccata dipendenza del sistema teatrale dal finanziamento pubblico. Parte dei gruppi più rilevanti che hanno lavorato negli ultimi decenni del Novecento proviene da questo grande movimento. Se alcuni sono scomparsi – Teatro Moderno de Lisboa (1961-1965), Teatro Estúdio de Lisboa (1963-1989), Grupo 4 (1966-1981) o il Grupo Teatro Hoje (1975-1993), i collettivi hanno poi coalizzato i propri sforzi verso un rinnovamento comune, riuscendo a imprimere la propria influenza sull’intero panorama teatrale portoghese.

Trilogia Flatland, di Patrícia Portela
Trilogia Flatland, di Patrícia Portela, Prado, 2006, fot. Giannina Urmeneta Ottiker.

E alcuni sono ancora al lavoro oggi e marcano una presenza rilevante nella scena contemporanea: Teatro Experimental de Cascais (diretto da Carlos Avilez, fondato nel 1966) – una compagnia di repertorio con una vena di reale intervento politico e, allo stesso tempo, una dichiarata aspirazione verso il teatro dell’assurdo – ha svolto un lavoro particolarmente determinante nei primi anni, per poi perdere la capacità di rinnovarsi e di stare attaccata al fatto contemporaneo; A Comuna – Teatro de Pesquisa (fondata nel 1972 da João Mota, che ora dirige il Teatro Nazionale D. Maria II), ispirata al lavoro di Peter Brook, minimalista, rituale e focalizzato sulle risorse espressive dell’attore; Seiva Trupe (diretta dal 1973 da Jứlio Cardoso) nasce con lo scopo di promuovere una più stretta relazione tra attori e pubblico attraverso un repertorio popolare; A Barraca (diretta dal 1975 da Maria do Céu Guerra e Hélder Costa),c he ha lavorato essenzialmente sulla storia portoghese e sulla cultura popolare, in stretta connessione con il Teatro dell’Oppresso di Augusto Boal; Novo Grupo – Teatro Aberto (fondato nel 1982 da João Lourenço), attaccata a un repertorio politico – Brecht su tutti – e alla drammaturgia contemporanea.

Tra tutti questi, tuttavia, il gruppo più rilevante rispetto alle pratiche del contemporaneo è il Teatro da Cornucópia (diretto da Luís Miguel Cintra dal 1973), una compagnia di teatro d’arte ad alto livello di urgenza e di eccellenza, principalmente incentrato su un repertorio classico ma con una grande acutezza e un’attenzione alla dimensione politica dell’esperienza teatrale – uno dei gruppi più prestigiosi in Portogallo; e Teatro O Bando (diretto dal 1974 da João Brites), caratterizzato da un’intensa relazione tra arti visive e performance, per l’uso non convenzionale dei luoghi e il lavoro con materiale non drammatico (poesia, racconti, romanzi).

[leggi la seconda puntata]

Rui Pina Coelho

[traduzione dall’inglese di Sergio Lo Gatto]

* Rui Pina Coelho, classe 1975, è dottore di ricerca in Studi Teatrali insegna all’Alto Istituto di Teatro e Cinema di Amadora ed è ricercatore in teatro presso la Facoltà di Lettere all’Università di Lisbona. È autore di varie pubblicazioni, tra cui Casa da Comédia (1946-1975): Um palco para uma ideia de teatro (Lisbona: Imprensa Nacional Casa da Moeda, 2009) e Inesgotável Koltès (in ESTC/Teatro dos Aloés, 2009). È membro della redazione del giornale Sinais de cena (Lisbona, Portogallo) e consulente per il giornale online brasiliano Opercevejonline. Come critico, membro della direzione dell’Associazione Nazionale Critici Portoghesi, ha scritto per il quotidiano nazionale Público. In qualità di dramaturg, autore teatrale e traduttore ha collaborato con Teatro o Bando (Palmela), TEUC (Coimbra), Trimagisto (Évora), Teatro dos Aloés e Teatro Experimental do Porto (Vila Nova de Gaia).

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